Sto leggendo “L’Italia s’è mesta” di Mariano Sabatini. Il nostro paese visto da giornalisti che l’hanno lasciato perchè lo conoscevano fin troppo bene e da altri che vi sono approdati per conoscerlo meglio. Ne nasce un affresco disincantato dell’Italia Berlusconizzata, paese al guinzaglio di un manicheismo convulso che ha registrato gradualmente “la scomparsa dei fatti”. A fronte di un’informazione monopolizzata o riottosa, che da cane da guardia del potere si è ammansita in cagnolino scodinzolante o mastino digrignante, a farne le spese è stata l’aspirazione all’obiettività. Sabatini si rivolge così agli inviati, coloro che ci “guardano a distanza”. Gli unici ancora grado, forse, con qualche ingenuità e con sana curiosità, di spiegarci che cosa siamo diventati, nella morsa dei peggiore monopolio politico e mass mediatico del secondo dopoguerra. Perchè è difficile sentire con chiarezza quando in casa tutti urlano.
GIACOMO CACCIATORE
scrittore